Lettere dei lettori: non si placa la polemica sullo zolfo per le strade

Continua la polemica sullo spargimento di zolfo sui marciapiedi per impedire le deiezioni dei cani. Pubblichiamo la lettera inviata al giornale dal lettore Franco Landi:

Gentile Direttore,

ho letto l’aggiornamento sul Vs facebook e premesso che ho trovato l’articolo iniziale molto ben scritto e calibrato, trovo i commenti della Sig.ra Sommacal fuori luogo per i seguenti motivi:

  • Come libero cittadino è un mio diritto camminare su marciapiedi puliti senza imbrattare le mie scarpe con sostanze chimiche con grande leggerezza sparse in giro. Calpestare significa anche portare in parte in casa quelle sostanze. Noi abbiamo le scarpe, cani e gatti no, quindi queste sostanze aderiscono ai polpastrelli con tutte le conseguenze che questo comporta. La pulizia dei marciapiedi di fronte agli esercizi commerciali da quanto mi risulta spetta agli stessi e se non adempiono ai loro doveri dovrebbero essere passibili di multa.

  • Se regolarmente fatto questo ovvierebbe al problema delle salviettine contenenti muco e/o sangue, mozziconi di sigarette, gomme da masticare e quant’altro buttato per terra dagli incivili.

  • La citazione degli articoli dello statuto comunale è stata quanto mai puntuale e appropriata. La signora Sommacal se li legga per cortesia.

  • Lo zolfo è impiegabile solo all’aperto e quindi portarlo in casa sotto le suole e le zampe è assolutamente sconsigliato dalla letteratura pubblicata. Quando si adopera in agricoltura si raccomanda assolutamente l’uso di maschere per il viso , per il naso e bocca; da effettuarsi solo in assenza di vento. Su di un marciapiede la polvere di zolfo è soggetta ai colpi di vento causati dal passaggio delle auto (quindi l’uso ha queste controindicazioni per l’eventuale aspirazione).

  • Dato il pericolo di fitotossicità se ne sconsiglia assolutamente l’uso nelle ore più calde della giornata.

  • L’uso della polvere di zolfo è considerata inutile come dissuasore delle urine dei cani.

  • Evidentemente l’ufficiale sanitario non è proprietario di animali da compagnia, altrimenti saprebbe la complessità delle malattie degli animali e l’onerosità nel porre rimedio ai loro malanni.

Grazie. Cordiali saluti.

Franco Landi

 

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