Proseguono a Trofarello le iniziative per il sociale. Alessandra Rubiolo, madre di un bambino autistico, è una delle promotrici dell’associazione “I bambini delle fate”. Ad un anno dall’inizio della sua attività a Trofarello facciamo il punto sulle iniziative intraprese.
Di cosa si occupa la vostra Onlus?
«“I bambini delle fate” nasce nel 2005 per volontà di Franco Antonello. Gli obiettivi sono due: la raccolta fondi per finanziare iniziative a favore di bambini con autismo e altre disabilità, e la responsabilizzazione della collettività. Enti e ospedali ci propongono un progetto, di riabilitazione o di inclusione sociale; dopo averlo esaminato facciamo partire la raccolta fondi su imprese e privati».
In cosa consiste il metodo innovativo ideato da Franco Antonello, e che vantaggi porta alle imprese?
«Innanzitutto, le donazioni sono contenute ma costanti. È necessario per far partire progetti duraturi e solidi. L’impresa interessata verserà una quota minima mensile di 500 euro; in cambio otterrà pubblicità sui maggiori quotidiani italiani (Sole 24 Ore, Corriere della Sera) e del territorio (tra cui La Stampa). Gli articoli informano i lettori sul progetto e sulla responsabilità sociale delle aziende sostenitrici, mettendo sempre in evidenza il loro logo».
Per quanto riguarda i privati invece?
«L’iniziativa si chiama “Sporcatevi le mani”: i privati possono fare donazioni di minimo 20 euro al mese, per almeno un anno; sono detraibili dalle tasse al 23%. Ma non finisce qua: il benefattore riceverà mail mensili con la descrizione del progetto e i nominativi dei bambini, e una volta all’anno verrà invitato nella sede centrale per vedere l’avanzamento del progetto. Si diventa parte attiva del progetto, non un semplice spettatore.»
Come ha reagito Trofarello e il territorio?
«Tra Trofarello e Torino sono presenti ora 25 donatori. Questo ci ha permesso di mettere le basi per un progetto ad Asti. Per quanto riguarda la città nello specifico, l’opera di sensibilizzazione ha prodotto buoni risultati, coinvolgendo il sindaco, la direttrice della scuola e molti insegnanti. Soprattutto la scuola ha dato i risultati migliori: la direttrice è stata molto colpita dall’iniziativa. Si è subito attivata chiedendo ai genitori una donazione libera: due classi hanno aderito, raccogliendo 250 euro e 300 euro. Purtroppo le iniziative di condivisione hanno dato altri risultati: abbiamo organizzato un incontro per spiegare l’autismo e presentare l’associazione, ma abbiamo avuto una partecipazione minima».
Ci saranno altre iniziative nella città a breve?
«Sì, a Febbraio-Marzo ci sarà un’altra raccolta fondi nella scuola, sempre tramite classi. Anche i bambini parteciperanno, realizzando piccoli oggetti artistici, che verranno venduti. Vogliamo inoltre aumentare i progetti di sensibilizzazione e integrazione a scuola».
Perché è importante donare?
«Le istituzioni sono assenti, sotto ogni aspetto. Per questo è particolarmente importante sensibilizzare le persone: l’autismo colpisce 1 bambino su 100, siamo in tanti e con risorse minime. Il nostro principio è “Poco in Tanti”: se tutti donassimo una somma limitata, rinunciando a beni superflui, potremmo fare davvero molto per persone che ne hanno davvero bisogno. Il vostro poco può davvero fare la differenza. Credo nella condivisione e credo nelle persone: sono sicura che ce la faremo».
Giorgio Lupo