Storia di una bufala sui lupi, tra cani, capre e pecore della tastiera
La notizia, FALSA (precisiamo subito e in maiuscolo, prima che scoppi un altro finimondo) che una banda di rapitori si aggirasse per Trofarello si è propagata alla velocità della luce sul web. La bufala è rimbalzata in un attimo da telefonino a telefonino, da bacheca a bacheca, da un gruppo di Facebook all’altro, con il risultato di spaventare seriamente gran parte della città ed intasare di chiamate i telefoni delle autorità.
Cessato l’allarme fermiamoci un attimo a riflettere. Cosa è successo? Qualcuno parte con un messaggio che suona all’incirca così: “Molta attenzione fate girare il più possibile. A Trofarello siamo in pericolo, è successo a me personalmente. Appena mi hanno visto sono scesi dal furgone per caricarmi. Stasera hanno tentato di rubare un ragazzino a Belvedere. Tre zingari, a guidare uno zingaro molto brutto in viso”.
Firme? Nessuna.
Sono stati contattati i Carabinieri? Non si sa.
Zingari? Oh mamma mia che paura!
Alcuni hanno riportato la bufala in tono dubitativo, in cerca di conferme o smentite, annusando l’aria come cani in cerca di tracce. Con il risultato di darle, forse inconsapevolmente, ulteriore visibilità.
Altri hanno semplicemente accolto subito come certezza la “segnalazione”, senza nulla sapere in merito alla fonte e alla veridicità della “notizia” stessa. Un atteggiamento troppo superficiale. Ma non basta. Le capre del web sono, come tutte le capre, ostinate. Ad indagini eseguite, a “cessato allarme” diramato da fonti autorevoli e diffuso il più possibile, continuano a scrivere commenti terrorizzati sui fantomatici lupi trofarellesi. Come mai? Perché è più semplice leggere una riga e lanciarsi a testa bassa sulla tastiera a gridare la propria rabbia piuttosto che perdere un minuto a leggere la riga successiva, scoprendo così che non c’era nulla di vero. E poi, ammettiamolo. La brutta notizia “tira”, il cessato allarme molto meno.
In questa affollata fattoria web non può mancare il gregge di pecore, il numeroso gruppo di persone che diffonde a cuor leggero – rimbalzandolo come se fosse un banale buongiorno con contorno di cuoricini – un messaggio grave e preoccupante, senza commenti, senza dubbi, senza smentite. Semplicemente, senza pensare.
Sull’uso corretto del web, fonte di informazione spesso non attendibile, sono stati già versati fiumi di inchiostro, ma evidentemente non è bastato. Così come non sono servite le ottime serate informative che il Comitato Genitori aveva organizzato qualche tempo fa sull’uso consapevole di internet. Serate invero poco frequentate, e i risultati, purtroppo, si sono visti.
Fortunatamente c’è da dire che non sono mancati quelli che hanno subito rilevato le macroscopiche incongruenze di un messaggio privo di attendibilità, archiviandolo immediatamente nell’enorme cestino delle notizie fasulle che girano in rete, e da lì, di bocca in bocca. Esiste, quindi, anche chi accende il cervello prima del computer. Non tutto è perduto.