Ailanto, l’albero infestante.
Francesco Vidotto svela caratteristiche e diffusione di questa pianta di origine cinese.
Francesco Vidotto svela caratteristiche e diffusione di questa pianta di origine cinese.
Francesco Vidotto è un ricercatore universitario del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari. Il suo mestiere consiste nello studio delle piante infestanti in ambito agricolo ed extra agricolo.
Quest’estate ha deciso di portarsi il lavoro a casa. Qualche lettore potrebbe averlo incontrato mentre percorreva in lungo e in largo la nostra cittadina, “armato” di cartina e macchina fotografica. Scopo della ricerca la mappatura di Ailanthus altissima, comunemente chiamato ailanto.
Vidotto, cos’è l’ailanto? Come mai tanto interesse per questa pianta?
“L’ailanto è una pianta inserita nella black-list dalla Regione Piemonte. E’ studiata e monitorata in quanto altamente infestante. In alcune zone, per esempio la Cittadella di Alessandria, la sua esagerata diffusione sta persino arrecando danni ai manufatti. Per mia curiosità ho pensato di verificare quale fosse la situazione nella mia cittadina”.
Da dove arriva questa pianta? Quali sono le sue caratteristiche?
“E’ una specie esotica, originaria della Cina. Si tratta di una specie arborea di bell’aspetto, non particolarmente longeva (il che, per un albero, significa che normalmente non supera i 100 anni). Era stata inizialmente importata per fini estetici, ed anche coltivata perché si pensava di utilizzarla per l’allevamento di un insetto che produce un succedaneo della seta. Il problema è che ci si è accorti che al di fuori del suo ambiente naturale l’ailanto tende ad avere un comportamento invasivo. Si diffonde tantissimo, anche a scapito della vegetazione autoctona”.
Come mai si diffonde così rapidamente?
“Questa pianta ha la caratteristica di riprodursi non solo per seme, ma anche per polloni. Semplificando al massimo: nuove piante si originano da gemme che si trovano alla base del tronco, oppure da gemme radicali. Si moltiplica quindi vegetativamente, accrescendo di molto – rispetto ad altri alberi – la propria capacità di diffusione. Questa pianta ha anche la particolarità di presentare individui maschili e femminili separati. Gli esemplari femminili sono ancora più invasivi, perché a differenza di quelli maschili producono anche frutti con semi, ampliando ulteriormente le possibilità di diffusione”.
Dunque è una bella pianta ma molto, troppo invadente. Come bisogna trattarla per evitarne l’eccessiva diffusione?
“La cosa fondamentale è non tagliarla. Ogni volta che l’apparato aereo di questo albero viene pesantemente disturbato, come avviene con il taglio o l’abbattimento, le gemme latenti vengono stimolate. Quindi non solo non si risolve il problema, ma lo si peggiora, stimolando appunto la generazione di nuove piante. Se occorre rimuovere un ailanto è bene rivolgersi a personale esperto, che ponga in essere le procedure adeguate”.
Veniamo a Trofarello. Com’è la situazione nel nostro territorio?
“Rispetto ad altre parti del Piemonte non siamo messi male. Solo in alcune vie, in zone con grande presenza di verde, specificatamente via IV Novembre, via XXIV Aprile e via Duca Degli Abruzzi, ho rilevato una presenza massiccia, che merita di essere tenuta sotto controllo”.
E’ possibile consultare gli esiti della ricerca?
“Certamente. Sto terminando una relazione che metterò a disposizione dell’amministrazione e di chiunque vorrà occuparsi di questa problematica. Sono altresì disponibile nel caso si organizzasse una serata informativa volta ad esporre e commentare insieme i risultati della mia ricerca”.
Sandra Pennacini