In questi giorni Alberto Scarino, trofarellese contitolare della Hitch2 Produzioni, è molto impegnato nella promozione, attraverso i social e non solo, dell’ultimo lavoro della sua casa cinematografica, il docu-film “Volevo essere Imbriani”, di cui si sono da poco concluse le riprese a San Giorgio la Molara, in provincia di Benevento.
Chi era Carmelo Imbriani? Un calciatore campano che giocava nel Napoli, dove nel 1994 è approdato in serie A sotto la guida di Marcello Lippi, scomparso due anni fa colpito dal linfoma di Hodgkin, un tumore maligno del sistema linfatico. A lui è dedicata la pellicola che ripercorre i sogni e le speranze di un bambino, Luca, che vuole diventare calciatore. E’ un modo diverso di vedere il mondo del calcio, lontano dai classici cliché, il racconto della parte più pulita e sofferta di uno sport, i suoi valori positivi, attraverso le vicende di un calciatore normale, che è riuscito a conservare una dimensione autentica senza cadere negli eccessi del sistema.
Alberto Scarino anticipa che la presentazione di “Volevo essere Imbriani” avverrà all’inizio del prossimo anno. “Nel frattempo – dice – chiusa la fase delle riprese sul set, resta da realizzare quella delle interviste a quanti hanno conosciuto Carmelo Imbriani o sono stati parte della sua storia privata e professionale”. Interviste che saranno parte integrante del docu-film.
“L’altro obiettivo di questo lavoro – aggiunge Scarino – è quello di veicolare il messaggio che ha ispirato Volevo essere Imbriani, in particolare, fra le giovani generazioni e dunque attraverso il mondo della scuola. I proventi – chiude – saranno devoluti al Comitato per la vita Daniele Chianelli di Perugia, nella cui struttura Carmelo Imbriani ha trascorso gli ultimi mesi di vita”.
Carmelo Rinaldi, regista e altro produttore, spiega il significato del film: “Carmelo Imbriani è stato un esempio di sportivo che è rimasto genuino e con i piedi per terra, la cosa che più ci interessa è far passare il messaggio di un calcio diverso, non solo fatto di macchinoni, modelle e apparizioni televisive, ma di un calcio fatto di sentimenti umani che rimangono tali anche dopo il successo e ancora di più dopo il declino e i problemi della malattia, insomma volevamo parlare di un calcio e dello sport in generale che possono essere elementi positivi costituenti della persona”.
Nel cast ci sono anche gli attori Peppe Barile e Nello Mascia. Barile ha lavorato in diverse produzioni televisive Rai come “Un posto al sole” e “La squadra” e al cinema ne “L’uomo in più” di Paolo Sorrentino, regista de La grande Bellezza, premio Oscar 2014. Anche Nello Mascia ha lavorato con Sorrentino, interpretando i panni di un personaggio ispirato a Bruno Pesaola, storico allenatore del Napoli. “Sorrentino era molto attento che quel personaggio ricordasse Pesaola tanto che il regista volle fare un incontro con l’allenatore – ricorda Mascia – prima di cominciare a girare le scene. Sono grande tifoso di calcio e una delle mie più grandi delusioni – ammette divertito l’attore salernitano – è l’aver capito che col pallone ero una vera pippa, una grande sofferenza per me che avrei voluto fare il mestiere del calciatore”.
Roberto Ponte