Non è solo Torino a dare l’addio ad alcuni storici esercizi (il CaffèPlatti non è che una delle ultime vittime illustri), anche Trofarello perde Bovero Elettrodomestici ed Eleganza in Libertà, due negozi portabandiera che in tutti questi anni hanno rappresentato la voglia di fare, di continuare a lottare in un contesto dove è sempre più difficile sopravvivere e dove il commercio è troppo spesso indicato, a torto, come un mestiere facile, redditizio e poco impegnativo.
E ci accorgiamo che forse la leggerezza non è di chi commercia ma di chi non si applica a sufficienza e con la dovuta attenzione per fornire un substrato florido su cui le attività possano prosperare.
Ci siamo confrontati con Dario Bovero, commerciante di Trofarello.
Signor Bovero, lei è stata una figura di riferimento per i commercianti di Trofarello. Quali cariche ha ricoperto nel corso degli ultimi anni?
«Sono stato presidente dell’Associazione Commercianti per tre anni e vice presidente per altrettanti. Chiariamo subito che non c’era nessuno che volesse prendere quest’impegno e nessuno che si sentisse in grado di dialogare con l’Amministrazione. Io me la sentivo, l’ho fatto per alcuni anni dopo di che l’Associazione si è chiusa».
Mi può dire qualcosa sulla nascita di questa associazione?
«La nascita è stata un po’ anomala. In genere un’associazione di questo tipo dovrebbe nascere spontaneamente da parte dei commercianti per far sentire la propria voce, far valere i propri diritti e portare avanti le proprie rivendicazioni, invece è nata dietro la spinta dell’assessore al Commercio che ai tempi era Aldo Masera quando si trattò di mettere a Trofarello le fioriere che adesso sono diventate degli immensi portacenere pubblici. Non so dire quanto sia stata utile questa associazione ai commercianti anche se si sono fatte delle cose bellissime come la Notte Bianca, ad esempio. Nata in maniera anomala e morta in maniera altrettanto anomala di morte naturale».
Parliamo adesso invece della chiusura di Bovero Elettrodomestici, uno dei negozi storici della città.
«Il mio negozio aveva 51 anni, 1 mese e 15 giorni quando ha chiuso ma hanno chiuso anche altri negozi storici a Trofarello come Eleganza in Libertà, la pescheria, il Dì per Dì. Indice che forse c’è qualcosa che non funziona, che andrebbe cambiato. Penso che una delle cose che andrebbero fatte, in vista delle prossime elezioni, sia un confronto con le varie liste che si presentano per capire cosa hanno effettivamente intenzione di fare per il commercio in quanto negli ultimi venticinque anni c’è stata troppa poca attenzione. Un esempio eclatante è dato dall’anno in cui l’8 dicembre sono cominciati i
lavori di rifacimento di via Torino che sono durati diversi mesi. Questo sotto Natale e senza dire nulla se non una settimana prima. Ciò ha comportato gran parte della perdita del guadagno di Natale. Noi commercianti sappiamo fare bene una cosa: vendere. Ma per poter vendere, la gente deve entrare nel nostro negozio e per arrivare deve avere degli spazi, dei parcheggi. Già Trofarello è fatta male – e qui non possiamo farci nulla – ma almeno si potrebbe evitare di mettere i bastoni tra le ruote. Già diversi anni prima, nel 1998, avevo abbandonato via Roma dopo l’adozione del senso unico di marcia e dei marciapiedi enormi. Poi ci sono state alcune proposte che avevano un senso ma non sono state recepite come la sosta gratuita per i primi 15 minuti e il resto a pagamento. A volte non si ha idea di quanto si possa fare in un quarto d’ora e i negozi più grandi avrebbero potuto offrire anche l’importo del parcheggio sullo scontrino come forma di attenzione verso il cliente. Ma questa proposta, per esempio, non è stata capita ed è stata bocciata».
E come si sente adesso che il negozio è chiuso?
«Mi è spiaciuto molto chiudere il negozio anche se adesso vivo molto meglio. Ho avuto molti ripensamenti quando è stato il momento di decidere. L’ho fatto perché da una parte ho trovato una ditta affidabile a cui affittare il locale e poi perché mi è sembrato che a Trofarello mancasse un po’ un’attività di quel genere: prodotti per la casa, igiene, cura della persona. Continuo comunque a fare il mio lavoro esattamente come prima. Effettuo piccole assistenze, faccio l’antennista, continuo a vendere elettrodomestici non più in negozio ma su un tablet dove presento i prodotti e li ordino, li compero, li vendo, li porto a casa e installo né più né meno come facevo prima».
E chi volesse consultare questo tablet come deve fare? E quali prodotti può trovare?
«Mi telefona e vado io a casa. I prodotti sono frigoriferi, lavatrici, televisori, radio e tutto ciò che si poteva trovare in negozio. Certo risulta difficile vendere le pile e le lampadine ma tutto il resto si può trovare».
Vuole dare dei recapiti in modo che le persone possano contattarla per assistenza o vendita?
«Il mio cellulare è 3356679967 (voce e WhatsApp), il vecchio numero del negozio, che rimane attivo, è 0116497413. Inoltre ci sono anche una mail che è boverosnc@gmail.com e una pagina Facebook che con molta fantasia ho chiamato Bovero Elettrodomestici».
Marco Andreoli