Tra caldaie che non bruciano, spugne intelligenti e case domotiche, lo stato dell’arte della ricerca energetica
L’eccellenza della ricerca energetica abita qui. Il centro di ricerche e sviluppo di Edison, situato alle porte di Trofarello, è stato protagonista sulle pagine dei maggiori quotidiani nazionali in questi giorni, ponendosi al centro dell’attenzione per l’inaugurazione del nuovo reparto dedicato agli idrocarburi.
Paolo Tosco
« Edison pone le radici a Trofarello molti anni or sono – ci spiega il direttore, Paolo Tosco – Nello stabilimento in cui ci troviamo vent’anni fa operava la Ginatta, una società che già allora lavorava nel campo dell’innovazione energetica. Si studiavano le celle destinate alle auto elettriche, una ricerca pionieristica per quei tempi. La Edison propose una collaborazione, successivamente sfociata in una acquisizione. Ora Edison fa parte del gruppo francese EDF, un vero colosso a livello mondiale. E il centro di Trofarello, con quello di Milano, costituisce un punto di riferimento a livello europeo per tutto il gruppo. Essendo Edison una società concentrata sugli idrocarburi, lo sviluppo naturale è stato che il gruppo EDF concentrasse qui anche la ricerca in tale ambito. Così da sei mesi a questa parte i nostri laboratori sono stati rivoluzionati, con l’introduzione delle attività di studio in ambito petrolifero e geologico. L’inaugurazione ufficiale è avvenuta il 16 giugno, ma siamo già totalmente operativi da gennaio ».
La visita ai laboratori di via La Pira è un’esperienza sorprendente. Appena varcata la soglia ci si trova proiettati in un futuro di innovazione. Un ambiente perfettamente strutturato, accogliente e funzionale. All’interno molti laboratori che – ci spiega Tosco – rappresentano i vari aspetti della ricerca che qui viene condotta. Energia a 360 gradi: produzione, stoccaggio e ottimizzazione dei consumi, il tutto con la massima attenzione all’ambiente.
Una trentina gli addetti, provenienti da tutta Italia. Altissima professionalità, caratterizzata da un forte turn-over volto ad accrescere le competenze tramite continui interscambi delle conoscenze acquisite. Fondamentale la collaborazione con realtà esterne, università ed istituti di ricerca. Tra tutti spicca il costante il rapporto con il Politecnico di Torino, i cui ricercatori spesso operano direttamente in laboratorio.
Laboratorio domus Edison
Accompagnata da Tosco a “toccare con mano”, mi ritrovo in un locale accogliente e dall’aspetto casalingo. Una cucina, arredata con gusto. Non nascondo un attimo di stupore, finché non mi viene spiegato di trovarmi in uno dei tanti laboratori. Si tratta della riproduzione, nei minimi dettagli, di un ambiente domestico: mobilio, elettrodomestici, accessori e persino complementi di arredo. Tutto viene gestito automaticamente – dietro alle quinte – da una rete di computer, con lo scopo di simulare i normali utilizzi di una famiglia tipo. Si studiano i consumi degli elettrodomestici e si testano una serie di strumenti che permettono un utilizzo più intelligente dell’energia. Apparecchi per il controllo remoto, registratori intelligenti destinati a monitorare quanta energia si utilizza, e perché. Il tutto di produzione Edison, ma anche prodotti già immessi sul mercato dalla concorrenza, perché ricerca significa anche verificare lo stato dell’arte raggiunto altrove.
Seguono altri laboratori, la cui funzione – se non fosse spiegata con pazienza e gentilezza da Tosco e il suo staff – risulterebbe totalmente incomprensibile ai non addetti ai lavori. Un numero impressionante di macchinari ed attrezzature all’avanguardia, suddivise per tipologia di ricerca. Tutto intorno parla di ordine ed efficienza. Si va dalla progettazione di sottilissime pellicole ultra tecnologiche, destinate a migliorare la resa dei pannelli solari, al laboratorio di analisi delle rocce; dall’innovativo studio dei cogeneratori, alle spugne intelligenti salvaguardia ambiente.
Si comincia con l’area dedicata all’energia, quella che da sempre è oggetto di studio a Trofarello. «I nostri laboratori mutano costantemente – spiega Tosco – e questi locali ci permettono di modulare gli spazi in base alle esigenze. La tecnologia è in costante evoluzione, a maggior ragione noi dobbiamo evolvere. Una ricerca che suscita grande interesse è quella sulle “fuel cell”. Si tratta di celle che, tramite la combinazione di un fuel ricco di idrogeno – per esempio gas naturale – ed aria, permettono di produrre calore ed elettricità contemporaneamente, senza passare dal processo di combustione, riducendo così in maniera drastica l’impatto ambientale. Il prodotto è in stato avanzato di studio e di test ed attualmente guarda soprattutto al mercato tedesco, ove le caldaie prodotte con la tecnologia dei cogeneratori godono di importanti sovvenzioni statali. Possiamo immaginare di vedere questo tipo di caldaie disponibili anche sul nostro mercato tra cinque anni».
Rilevatore di consumi
Altro laboratorio interessante è quello destinato allo studio di pile di accumulo sempre più efficienti e resistenti. L’ottica è quella di poter conservare, e quindi sfruttare a pieno, l’energia prodotta da fonti rinnovabili, come quella solare ed eolica, che presentano il difetto di produrre senza continuità, con il rischio che l’energia venga persa se non correttamente conservata. Sono allo studio degli accumulatori, della dimensione di una valigetta, in grado di stoccare l’energia prodotta di giorno dai pannelli solari, sufficiente per un alloggio, per renderla poi disponibile di notte, ottimizzando così la resa dell’impianto fotovoltaico.
Giungiamo quindi alla nuova area recentemente inaugurata, dedicata come si è detto agli idrocarburi. La finalità del centro studi e ricerche è quello di essere al servizio del gruppo EDF, da qui l’introduzione degli studi dei materiali geologici. «La maggior parte della gente immagina che il petrolio si trovi in una “pozza” posta sotto uno strato di roccia. Una sorta di lago sotterraneo cui attingere. Nulla di più sbagliato – spiega Tosco – Gli idrocarburi permeano le rocce. Per semplificare si può immaginare rocce, intorno e dentro le quali sono presenti gli oli da estrarre. Da questo si comprende come sia indispensabile per i colleghi che operano nei luoghi di estrazione sapere in anticipo che tipo di rocce incontreranno in fase di trivellazione. Vengono effettuati dei carotaggi, ovvero l’estrazione di campioni di rocce provenienti dai pozzi Edison. Questi vengono trasportati in atmosfera controllata al laboratorio, e qui vengono esaminati, ricreando le originali condizioni di pressione ed ambientali, per conoscerne composizione e permeabilità. Il nostro compito è quello di fornire ai nostri colleghi che operano in loco l’esatta mappatura in tre dimensioni di cosa incontreranno nelle operazioni di estrazione».
Infine la salvaguardia ambientale. « Il gruppo EDF pone la massima attenzione sul fronte ambiente – prosegue Tosco, illustrando un macchinario nel quale galleggia una strana sostanza spugnosa – Quello che sta vedendo è una spugna ad assorbimento intelligente, basata su nanotecnologia. E’ stata pensata per l’assorbimento di oli e carburi dispersi. Non stiamo parlando delle disastrose dispersioni che seguono ad uno sversamento in mare, quali quelle dovute ad un incidente di trasporto di una petroliera. Per quel tipo di emergenza esistono già rimedi efficaci. Qui abbiamo allo studio il problema dei micro versamenti. Immagini di dover assorbire una goccia di olio in una bacinella d’acqua. Queste spugne intelligenti sono in grado di catturare quell’olio, assorbendolo selettivamente, ovvero senza impregnarsi d’acqua».
Ha così termine la visita al laboratorio, un mondo di sperimentazione e scienza a due passi da casa rivolto al futuro ed aperto alle nuove generazioni. E’ infatti possibile richiedere la visita ai laboratori alle scolaresche, medie ed istituti superiori, che ne facciano richiesta.
Sandra Pennacini
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