Un gesto di solidarietà per il testimone di giustizia Pino Masciari
Nome: Giuseppe Masciari.
Professione: imprenditore edile.
Meriti: non essersi piegato alle minacce e alle intimidazioni della ‘ndrangheta, ma anzi aver denunciato la collusione dell’organizzazione criminale calabrese col mondo politico.
Una vita vissuta in incognito per tredici anni, dal 1997 al 2010, anno in cui Pino e la sua famiglia sono ufficialmente usciti dal Programma Speciale di Protezione, ma costantemente tenuti sotto scorta per la sussistenza di “gravi ed attuali pericoli alla vita”.
Non è passato molto tempo da quando, presso il centro Marzanati, l’imprenditore calabrese ha dato testimonianza della sua lotta contro la criminalità organizzata.
A poco più di un mese di distanza da quell’evento e precisamente il 27 Marzo 2015, gli viene però notificato il documento attestante la revoca della scorta. Un provvedimento inaspettato e non motivato che peraltro lascia dietro di sé qualche strascico di illogicità, considerato che la stessa revoca non viene applicata nella sola Regione Calabria. «Sarei felice se lo Stato mi assicurasse che la mia incolumità è a rischio soltanto in Calabria, ma sfortunatamente la ‘ndrangheta non è un sistema così circoscritto», osserva Pino Masciari.
Di fronte a questi fatti, è stata celere la reazione di molti comuni piemontesi che si sono affrettati a chiedere il ripristino della scorta per l’imprenditore e la sua famiglia. Anche Trofarello, in sede di Consiglio Comunale, ha votato la mozione, manifestando così al Ministero dell’Interno l’unanime dissenso verso il provvedimento di revoca ed avviato l’iter per il conferimento della cittadinanza onoraria.
Nel frattempo l’imprenditore calabrese ha già provveduto a chiedere l’accesso agli atti per capire le ragioni della revoca, sottolineando la pericolosità di tale provvedimento, non solo per lui ma anche per tutti gli imprenditori ed i cittadini onesti.
Sostegno anche dal Sindaco Visca che chiede: «Lo Stato non abbandoni Pino Masciari».
Federica De Marco