Opportunismi ed opportunità. Attorno alla desinenza di queste parole ruota praticamente tutta la mia vita.
Rifuggo ed odio la prima. Pratico come una religione la seconda.
Ed in questi ultimi sei mesi è diventata il motivo conduttore di ogni minuto del mio essere.
Abbiate pazienza e lasciatemi fare queste considerazioni. Parto dal termine più positivo. Le opportunità sono il sale della vita, le occasioni che ogni angolo ci propone, il libero arbitrio, i fatti e gli accadimenti che ci fanno crescere se ci lasciamo guidare da ciò che ci accade.
Da qualche mese ho cambiato lavoro. Da direttore di struttura di comunità sono diventato operatore. Non nego che ho interpretato questo mio demansionamento come la più grossa ingiustizia che mi potesse fare la vita. Questo per …. diciamo un paio d’ore. Poi la mia filosofia di vita mi ha indotto a vedere questa nuova avventura come una grande opportunità. E così è stato. Son tre mesi che lavoro con ragazzi diversamente abili ed anziani. Un lavoro che mi ha dato l’opportunità di riflettere sul valore della vita, sulla necessità di sentirsi utile, un’opportunità che non avrei mai avuto se non avessi scelto di restare dalla parte dei miei figli, tentando di fare il papà a tempo pieno.
Ma che soprattutto mi ha aperto la mente.
Le opportunità sono il frutto di scelte coraggiose, quasi sempre non condivise e molto criticate da chi ti sta vicino. Le opportunità sono compagne di scuola che incontri dopo tempo, che magari neanche conoscevi bene ed oggi lavorano al tuo fianco, permettendoti di cogliere altre opportunità, colleghi che hai conosciuto anni prima e ti hanno dato la possibilità di fare un percorso professionale che ti porta a fare un esame di stato e realizzare un sogno che avevi da bambino, opportunità è ancora la scelta di chiedere aiuto ad un gruppo di persone che col tempo, condividendo i tuoi obiettivi di vita, ti permettono di aggiungere altre ulteriori opportunità.
Sull’altro binario, proprio accanto alla linea della mia vita corrono gli opportunismi. Di persone che per opportunismo hanno fatto determinate scelte, facendo cadere su di me conseguenze pesanti per …. boh… invidia, gelosia, cattiveria, ne possono contare un numero esagerato.
Persone che comunque sono rimaste in stazione mentre il mio treno partiva per nuove mete.
Due parole con la stessa desinenza che non si incontrano mai. Come il capo e la coda di un treno.
Roberto D’Uva