Una storia locale fatta di flash-back, ricordi ed emozioni, tutta ambientata a Trofarello ma senza riferimenti a persone o cose tratte dalla vita reale
Galeotto fu il corso di giornalismo realizzato nell’ambito della rassegna “Insieme per Conoscere”.
È stata per Città l’occasione per trovare nuovi collaboratori. Menti giovani, fresche e prolifiche che aiutano la testata ad andare avanti.
E così, quasi per caso, molto per gioco, è nata l’idea di rispolverare una delle più antiche forme di cultura, transitate dal veicolo giornale: il romanzo d’appendice.
Si tratta di un genere di romanzo che si è diffuso nei primi decenni dell’Ottocento. Era appunto un romanzo che usciva su un quotidiano o una rivista, a episodi di poche pagine pubblicati solitamente la domenica. La storia di Sandokan di Emilio Salgari e lo stesso Pinocchio di Carlo Collodi che vide lo sviluppo della sua trama definitiva proprio mediante la pubblicazione come romanzo d’appendice, sono un tipico esempio italiano di questo genere di letteratura. Dagli anni della sua affermazione a partire dal XIX secolo nella stampa popolare in Francia e in Inghilterra, il romanzo d’appendice si afferma anche in Italia per poi scomparire con l’arrivo dei più immediati fotoromanzi.
«L’occasione per imparare un po’ di giornalismo dai professionisti, che si è trasformata in molto altro. Un’occasione di incontro tra persone diverse, che nella loro unicità hanno trovato una passione comune. La magia della parola» spiegano i due autori, Sandra Pennacini e Marco Andreoli, diversi che di più non si potrebbe. Dinamica ed esuberante la prima, dolce e riflessivo il secondo. Un’alchimia che ritroveremo nel romanzo d’appendice “Trofarello, i ritorni del cuore”.
«Un esperimento di scrittura a quattro mani, un esercizio di fantasia che vogliamo condividere con voi». I capoversi dei capitoli saranno contrassegnati sempre da un colore differente, il fuxia per quelli scritti dalla Pennacini ed il blu marino per quelli scritti da Andreoli, in modo che il lettore possa sempre rendersi conto di chi sia l’autore di ciò che sta leggendo.
Enrico (Marco) e Francesca (Sandra) ci accompagneranno nel loro viaggio di sentimenti e di ricordi.
Francesca è una donna in carriera. Lascia Trofarello con la famiglia dopo le elementari e vi ritorna per seguire l’università a Torino, prima di una nuova partenza. Ora, brillante avvocato, decide di candidarsi come sindaco. Il suo ritorno, scandito da ricordi mai sopiti, farà incrociare nuovamente la sua vita con quella di Enrico. E le vie della carriera si incroceranno indissolubilmente e inaspettatamente con quelle del cuore.
Sullo sfondo Trofarello, ieri e oggi. Ricordi che fanno parte della nostra memoria collettiva. Profumi familiari ad accompagnare quelle emozioni che, prima o poi, hanno illuminato la vita di tutti noi.
Alla fine abbiamo chiesto all’architetto, amico, Donato Donno di illustrare con una tavola ogni capitolo. E lui con la professionalità che lo contraddistingue ci ha regalato le immagini che riproporremo nel corso della pubblicazione.
Naturalmente la storia è ambientata a Trofarello, per luoghi e contesti storici, ma ogni riferimento a storie o episodi della vita reale sono da considerarsi puramente casuali.
Buona lettura
Sandra Pennacini, la contabile con la testa sognante nelle parole
Sandra Pennacini trascorre la sua vita lavorativa tra i numeri. Impiegata presso un commercialista, tra un adempimento e l’altro si diletta a scrivere. «Ho iniziato a collaborare con La Città quasi per caso, scoprendo un amore per le parole che io stessa non immaginavo. Scrivere – di un qualcosa che non fosse fisco – è stato per me come accedere ad un mondo sconosciuto ed entusiasmante, che ho appena iniziato ad esplorare»
Marco Andreoli, l’informatico con la passione per la scrittura
Marco Andreoli è un informatico trofarellese con la passione per la scrittura. Giornalista pubblicista ha collaborato per molti anni con alcune riviste di videogiochi e computer ma la sua vera passione è fissare i pensieri su carta e dar loro ali. Ha pubblicato a novembre 2014 “Marzia – Due donne” edito da Edizioni Psiconline.
Donato Donno, lo scultore trofarellese che darà un volto alle storie
Donato Donno, architetto e scultore trofarellese si è prestato a dare una rappresentazione iconografica al racconto dei personaggi della storia de “I ritorni del cuore”. Ogni mese regalerà alle vicende che usciranno dalla fantasia di Sandra e Marco un paio di tavole per aiutarci a sognare. «Essere artista per me vuol dire collegare testa, mani, cuore nel realizzare un’opera al fine di trasmettere emozioni che vengono percepite da chi le guarda. Se le sensazioni e le emozioni arrivano all’osservatore coinvolgendolo, vuol dire che si è riusciti a svolgere appieno il compito dell’artista, sia esso acquirente delle sculture o anche semplice appassionato d’arte». Diplomatosi al Liceo Cottini ha attinto, per la propria formazione dai maestri Giuseppe Penone, Ezio Bersezio, Antonio Carena, Sergio Saccomandi.