CENTRO – La Pace continua a far discutere e mentre si sta perfezionando il progetto esecutivo per la conclusione dell’opera, con un preventivo di 295 mila euro appena approvato in giunta, il gruppo proposta fa sentire nuovamente la sua voce.
Luca Maggio, portavoce di proposta, concede un’intervista.
«Il nome della scuola materna La Pace evoca naturalmente immagini di tranquillità e fissità. Al contrario, la sua storia poco più che decennale è sorprendentemente caratterizzata dal movimento e dalla dinamica.
Cosa vuol dire Maggio? «Si muoveva l’intonaco in corrispondenza del giunto strutturale, come rilevava già il verbale di collaudo del 2006. Si muovevano i mattoni del muro di contenimento e le crepe nei muri interni, come potevano osservare i genitori preoccupati al punto da chiedere con insistenza una perizia strutturale arrivata solo nel 2014. Si muovono i “professionisti”, come possono rilevare i trofarellesi, leggendo che è appena stato approvato il “progetto esecutivo di sistemazione del primo lotto della scuola”, quello attualmente in funzione, dopo che gli evidenti problemi della struttura sono stati a lungo minimizzati e trascurati».
E poi? Cos’altro si muove? «I costi – esclama Maggio – perché le cifre relative ai costi di questa scuola sono, più che ballerine, delle autentiche scalatrici. E infatti salgono sempre».
Ci spiega meglio il vostro punto di vista? «Partendo dagli atti, cerchiamo di capire: 295mila euro è il costo complessivo della sistemazione di questa parte della scuola. Ma soltanto 107.800 euro valeva il rimborso che il Comune ha ottenuto dal costruttore e dai progettisti per i danni causati dagli errori commessi. La differenza c’è ed è consistente».
E quindi? «Quando abbiamo chiesto all’amministrazione comunale il perché era stata accettata come rimborso una cifra, più bassa del necessario, abbiamo ricevuto risposte generiche e uno sprezzante invito a conoscere meglio gli atti».
E voi siete andati a rileggerli questi atti? «Certo, umilmente, siamo tornati a rileggerli. Da questi atti emerge che il Comune di Trofarello nello stipulare un accordo con i “professionisti” non ha passivamente accettato la “… proposta del consulente tecnico del Tribunale fatta al Giudice”, come è stato scritto in un comunicato stampa del Sindaco e del Vicesindaco qualche settimana fa, ma ha piuttosto sottoscritto con essi, volontariamente, una “scrittura di transazione”. In essa l’Amministrazione riconosce su di sé “la partecipazione ai costi per l’eliminazione dei vizi e difetti dell’opera e suo ripristino” per il 23% di un costo previsto complessivo che ammonta a 140mila euro oltre iva. Costi che, come abbiamo visto, ora salgono inopinatamente a 295mila euro».
E quindi con questo cosa volete dire? «Vogliamo dire che l’amministrazione comunale ha riconosciuto volontariamente e per iscritto una bella fetta di propria responsabilità per quanto è successo alla scuola La Pace e per i relativi costi. Lo riconosce in quell’atto ma, tuttavia, lo nega poi davanti ai trofarellesi.
Insomma vogliamo dire che questa scuola La Pace è stata un vero disastro: colpita da “prematuro degrado”, segnata da “evidenti stati di dissesto”, con la “rete fognaria di smaltimento delle acque bianche da realizzarsi tassativamente nel corso delle prossime vacanze estive (2014)” (sono tutte citazioni letterali dalla stessa scrittura di transazione), costruita a metà, e ora con i costi che crescono, si moltiplicano, non stanno dietro alle migliaia di parole dette per nascondere la realtà».
Quindi secondo voi il costo sarà maggiore di quello preventivato? «Non è dato di sapere con chiarezza. Ci viene suggerito: alla fine è la Regione che pagherà. Ma se anche fosse la Regione, lo Stato, l’Unione Europea a pagare, non sono pur sempre nostri soldi, provenienti dalle tasse pagate da noi, che sono stati sperperati, usati male?».
Cosa avreste voluto avesse fatto l’amministrazione? «Noi ci saremmo aspettati un più semplice: “Cari trofarellesi, abbiamo sbagliato tanto e abbiamo fatto un bel pasticcio. Adesso proviamo a rimediare. Scusateci! Forse – conclude Maggio – anche noi ci saremmo inteneriti».