Centro – Antonia Mantovani e la figlia Anna Marocco guidano dal 2002 il baby parking “L’Isola che non c’è” di via Torino 52. A loro si è aggiunta lo scorso anno Carlotta Castellano, mamma di due bimbi che hanno frequentato negli anni passati.
Com’è nata l’idea del baby parking?
“L’idea nasce da me – risponde Anna – perché volevo lavorare con i bambini. La trafila è quella classica: tirocinio post scuola in un baby parking, dove poi ho lavorato per qualche tempo ed alcune esperienze come baby sitter. Poi ho cominciato a ragionare con mia mamma sulla nascita di questa attività”.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi nello stare a Trofarello?
“Come domanda ed offerta è sempre più vantaggioso che essere a Torino” afferma Carlotta. “Dodici anni fa – riprende Anna – eravamo le uniche, assieme ai nidi pubblici di Moncalieri. Ora tra baby parking, nidi pubblici, privati o nidi famiglia, la scelta si è allargata molto. I nidi famiglia, poi, non necessitano di qualifica, basta essere una mamma, per cui è molto semplice aprirli e mantenerli”. “Quello che ci penalizza molto – sottolinea Antonia – è il fatto che i baby parking non possono preparare da mangiare o somministrare pasti preparati da terzi ma possono solo riscaldare ciò che proviene da casa, mentre i nidi famiglia possono preparare i pasti”.
Cosa si trova di diverso e di meglio nell’Isola Che Non c’è?
“Fuori c’è scritto ‘Baby Parking’ ma questo non è un parcheggio perché noi lavoriamo come un nido!” risponde prontamente Antonia. “Abbiamo un programma che va da settembre a giugno – riprende Anna – Proponiamo psicomotricità, musica, inglese, recite ed i primi ad entusiasmarsi sono i genitori!”. “Sviluppiamo l’autonomia nel mangiare, nell’esprimersi, nel muoversi – continua Carlotta – è molto impegnativo ma anche molto stimolante e divertente!”. Aggiunge Anna con orgoglio: “Siamo anche tutte operatrici abilitate BLSD (Basic Life Support – Defibrillation), il primo soccorso pediatrico con defibrillatore, sia per la disostruzione delle vie aeree che per la rianimazione.”
Non un parcheggio, ma una famiglia?
“Quando ho portato qui la mia prima figlia nel 2006 ho visto un clima familiare e mi fidavo già allora ciecamente – risponde Carlotta – Ora le vedo lavorare come mi immaginavo da mamma. Anche prima di iniziare a lavorare qui, mia figlia mi chiedeva ogni tanto di portarla da Anna e Antonia. Per il mio piccolo, poi, Anna e Antonia sono zia e nonna. Per loro qui è casa”.
Uscite anche sul territorio…
“Sì, la gelateria, il barbiere, la biblioteca… Poi la vera gita: lo scorso anno siamo andati all’Agrigelateria di San Pé e hanno visto le mucche ed i vitellini, hanno giocato nella paglia, hanno dormito sulle coperte all’ombra degli alberi.” Le tre socie sono entusiaste ed aggiungono: “Fatica sì, ma anche grandissima soddisfazione! Due anni di seguito siamo anche riusciti a fare una gita di due giorni, facendo dormire i bambini fuori. Con sedici bambini e nessuno di loro ha cercato i genitori”.
Qual è il vostro sogno nel cassetto?
“Da gennaio abbiamo in progetto delle cose nuove, dei corsi il sabato mattina di pittura e di cucina per mamma e bimbo. Il prossimo anno partirà il corso di acquaticità nella piscina di Trofarello. I nostri sogni li stiamo realizzando tutti!”.
Per finire, un messaggio ai trofarellesi.
“Ci sentiamo poco coinvolte in quel che succede a Trofarello, manca un po’ di rete di contatti e di coinvolgimento da parte di chi idea ed organizza gli eventi. Tutti ci conoscono a Trofarello anche se ci piacerebbe essere maggiormente visibili dall’esterno. Ad esempio, avevamo chiesto di poter colorare il portone ma non abbiamo ottenuto il permesso, e non dal padrone di casa. Così abbiamo appeso gli striscioni ai balconi, ma ci rendiamo conto che la cosa migliore è venire a conoscerci!”
Davide Roccati
Nella foto le tre titolari del Baby Parking – AntoniaMantovani a sinistra con la figlia Anna Marocco ( al centro) e Carlotta Castellano